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Inaugurato a Saline di Volterra un nuovo impianto di cogenerazione con una capacità di oltre 2.000 kWe: aiuterà a coprire i fabbisogni dello stabilimento che, nel frattempo, ha incrementato notevolmente le proprie produzioni.

Sostenere una crescita costante attraverso investimenti focalizzati, caratterizzati da innovazione, efficienza e sostenibilità, è uno degli obiettivi-chiave della strategia della Divisione Cloro-Alcali di Esseco Group, comprendente Altair Chimica, Altair Iberica e Hydrochem.

La costante crescita registrata negli ultimi anni grazie allo sviluppo di nuovi processi, prodotti ed al potenziamento degli impianti esistenti ha portato, tra l’altro, ad un incremento del fabbisogno energetico dello stabilimento di Saline: per far fronte a tale incremento è stata avviata la ricerca di nuove soluzioni per l’autoproduzione di energia, che ha portato ad affiancare all’esistente impianto di cogenerazione con turbina a gas un nuovissimo impianto di cogenerazione ad alto rendimento: l’investimento è stato di circa 2 milioni di euro e il saving previsto prevede un payback in soli 3 anni.

Il nuovo impianto, basato su un motore endotermico alimentato a gas naturale, si caratterizza per una producibilità elettrica a pieno carico di 2.006 kWe e un sistema di recupero dell’energia termica, che permette raggiungere un rendimento globale superiore all’86%.

Una piattaforma informatica monitora in continuo ogni elemento e parametro dell’impianto, garantendone l’ottimo rendimento e la massima sicurezza in ogni momento e condizione di impiego.

La cogenerazione è riconosciuta a livello globale come una delle migliori applicazioni tecnologiche per garantire efficienza energetica e conseguente sostenibilità ambientale, grazie alla produzione combinata di energia elettrica e calore, che di per sé garantisce significativi risparmi di energia rispetto alle produzioni separate.

Perché la cogenerazione in Altair è un sistema efficiente e sostenibile, anche se parte dal gas metano (che non è una fonte rinnovabile), che nella combustione genera CO2, dannosa per l’ambiente?

L’efficienza è data dal fatto che l’energia elettrica acquistata dalla rete, viene generata per oltre il 50% da centrali termoelettriche, che sprecano molta energia termica di combustione (il rendimento medio è del 55% in Italia, quindi si spreca il 45% del combustibile che bruciamo), non avendo consumi termici in loco, capaci di assorbire tale calore. I nostri cogeneratori hanno rendimenti superiori all’85%, perché sono studiati per generare acqua calda e vapore che l’impianto utilizza per il proprio processo produttivo. Sono dimensionati per i nostri fabbisogni, senza spreco. Quindi sono super efficienti.
La sostenibilità è data invece dal fatto che Altair recupera la CO2 di combustione del gas metano, per produrre carbonato di potassio, senza emetterlo in atmosfera.
Relativamente alle emissioni di inquinanti in atmosfera, il nuovo impianto di Saline può vantare:
– un sistema brevettato di controllo delle emissioni;
– lo sfruttamento di una parte dei fumi di combustione in un nuovo impianto di produzione di carbonato di potassio solido;
– un’innovativa tecnologia di riutilizzo della CO2, che la sottrae al rilascio in atmosfera.

Il regime di funzionamento ad alto rendimento (CAR-Cogenerazione Alto Rendimento, quando si supera il 70%), rende l’impianto soggetto al riconoscimento di certificati bianchi (detti TEE – Titoli di Efficienza Energetica), da parte del GSE (Gestore Servizi Energetici, ente preposto dallo Stato Italiano per perseguire e conseguire gli obiettivi di sostenibilità ambientale, nei due pilastri delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica). Si tratta di titoli negoziabili che certificano il risparmio energetico conseguito grazie a interventi di incremento dell’efficienza. Per ogni TEP (Tonnellata Equivalente di Petrolio) di risparmio conseguito grazie alla realizzazione dell’intervento di efficienza energetica, per 10 anni viene riconosciuto un certificato. Nel caso di questo secondo cogeneratore in Altair, a Saline di Volterra, si stima che vengano riconosciuti circa 2.000 certificati bianchi all’anno.

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