Pisa, 1° ottobre – L’annunciato sviluppo della geotermia toscana con la realizzazione di otto nuove…
Si è concluso il progetto RE-BORN che ha permesso il rilancio dello stabilimento Altair Chemical di Pieve Vergonte.
Sono state portate a termine le progettualità legate al programma “Relaunch Electrolysis-Building Optimized Rumianca New Site” avviato nel 2019 sotto l’egida del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Si è potuto così trasformare, in tempi record, un sito industriale oramai obsoleto e in costante declino, destinato con ogni probabilità alla definitiva fermata delle produzioni, in una moderna fabbrica intelligente, orientata fortemente verso la sostenibilità ambientale e con concrete prospettive di crescita in termini occupazionali.
Tre gli obiettivi realizzativi del progetto RE-BORN:
- Studio di nuovi processi produttivi e ricerca di nuove soluzioni tecnologico-impiantistiche;
- Sviluppo di processi produttivi innovativi per la realizzazione di Cloro Alcali e delle tecnologie ad essi collegate: progettazione, implementazione e prove di validazione;
- Sviluppo di processi produttivi innovativi nel campo dei composti aromatici: progettazione, implementazione tecnologica e prove di validazione.
Le progettualità hanno rappresentato l’asse portante, in termini di ricerca e sviluppo, del processo di rinascita di Pieve Vergonte, trasformando un vetusto e impattante stabilimento con impianto a mercurio in uno a membrane, altamente innovativo e tecnologico, che supera i parametri delle BAT, Best Available Techniques.
Il progetto RE-BORN ha visto oltre 11,7 milioni di euro di investimenti in ricerca e sviluppo da parte di Esseco Industrial, di cui 3 milioni di euro sostenuti da finanziamenti del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (2,69 milioni di euro) e della Regione Piemonte (351,7mila euro) per la ricerca e sviluppo. Progetti di ricerca e sviluppo che hanno accompagnato gli oltre 50 milioni di euro di investimenti in impianti nel sito di Pieve Vergonte.
Ciò ha permesso di portare il fatturato dello stabilimento da 30 a 100 milioni di euro, nel solco di una sempre maggiore autosufficienza energetica a zero emissioni e di un abbattimento dell’impronta carbonica. Una storia di successo dell’industria chimica italiana.